Poster – Caterina
13,30 €
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Definizione è una linea di oggetti per tutti i giorni, nata per riscoprire l’importanza di un immenso patrimonio culturale comune: la lingua italiana.
Dallo stile sobrio ed elegante, i prodotti, che vanno dalla cartotecnica all’oggettistica da scrivania e da viaggio, sono realizzati con materiali di alta qualità e confezionati interamente in Italia.
Coniugando funzionalità e design, perizia artigianale ed estro concettuale, sapere e saper fare, i prodotti Definizione ci invitano a riscoprire la storia dell’oggetto e l’etimologia delle parole, attraverso le definizioni del Vocabolario Treccani.

Il Poster fa parte della collezione Definizione, una linea di oggetti per tutti i giorni, nata per riscoprire l’importanza di un immenso patrimonio culturale comune: la lingua italiana.
Non tutte le parole sono uguali.
Una definizione Treccani non è solo una spiegazione: è il risultato di una tradizione linguistica, scientifica e culturale che da quasi un secolo racconta la complessità del mondo.
Un poster con una definizione Treccani è molto più di un oggetto decorativo.
È la materializzazione di un sapere condiviso, un frammento di enciclopedia che esce dalle pagine per diventare segno, presenza, memoria. Ogni parola scelta porta con sé la precisione del linguaggio, la profondità della ricerca, la bellezza della forma.
Riprodurre una definizione Treccani significa rendere visibile ciò che di solito resta invisibile: il lavoro di centinaia di studiosi, di linguisti, di artigiani della conoscenza.
È questo che rende ogni poster unico, irripetibile e inimitabile – perché solo Treccani può restituire la verità piena di una parola, la sua storia e il suo significato autentico.
Un poster Treccani non si appende per arredare uno spazio: si espone per ricordare che le parole contano.
| Formato Poster | 30X40, 50X70 |
|---|---|
| Dettagli | Tipologia Carta: Patinata opaca da 170gr |
| Definizione | Caterina viene dal greco Hékatos, ‘saettatore’, attributo del dio Apollo, ma reinter¬pretato come ‘pura’, da katharós, etimologia popolare, questa, e non corretta. Quasi 300 mila italiane lo hanno portato nel ’900, con quasi 400 Caterino, al maschile. Si aggiunga un elevato numero di Cattarina, prossimo alle 10.000 unità e gruppi minori di Catterino, una cinquantina di Catarina e una manciata di Cattarina; inoltre le forme e le varianti straniere, perlopiù inglesi, alcuni con grafia approssimata alla pronuncia: Catrin e Chatrin, Chetrin, Catrina, Catharina e Catherina, Caterin, Catherina, Cathrine, Ketrinn, Kathleen e i tipi abbreviati Cathy, Caty, Catin, Catia, Cathia, Catja e altri simili, più Katiana da Katia, i diminutivi slavi Katica, Katianna, Katinka, Katharina, Katarzyna, Katina. E, tornando in Italia, Catiana, Catina, Catusca, Catuzia e il cala¬brese Catuzza, Ma la lista è ancora lughissima, ben oltre le 35 forme qui citate. Almeno sei sante, di cui cinque italiane, hanno avuto un ruolo nella diffusione del nome, che è stato internazionale. La prima è Caterina di Siena, terziaria domeni¬cana della famiglia Benincasa (1347-1380); visse in tempi difficili per la Chiesa; in casa accolse chierici e laici, fondando il primo nucleo dei Caterinati. S’impegnò per la riforma dell’ordine domenicano e contribuì con i suoi incontri e le sue parole al ritorno del papa da Avignone a Roma, dove morì. È compatrona d’Italia dal 1939, di Roma e di Siena. La seconda, di qui in poi in ordine cronologico, fu Caterina d’Alessandria in Egitto, dove venne martirizzata con una ruota dentata sotto Massenzio nel IV secolo. Particolarmente venerata nel Medioevo, le sue reliquie sono forse conservate nel monastero ortodosso del Monte Sinai. È protettrice di arrotini, balie, barbieri, cordai, filosofi, giuristi, modiste, mugnai, nutrici, parrucchieri e sartine. Si ricorda anche Caterina di Svezia (1331-1381) figlia di Santa Brigida e suora brigidina. Sposò un invalido e visse in castità; rimasta vedova fu badessa di Vadstena e fondò l’Or¬dine del Santo Salvatore o delle Brigidine. È invocata contro le inondazioni perché avrebbe salvato Roma dalla piena del Tevere. Poi Caterina di Bologna (1413-1463), dal corpo tuttora incorrotto, dotata di spirito profetico e capace di visioni, molto amata dal popolo. Segue Caterina Fieschi, patrona di Genova (1447-1510): nobile della fami¬glia Fieschi sposò sedicenne un uomo dissoluto, ma presto si convertirono entrambi e Caterina si occupò di malati appestati, incurabili e terminali nell’ospedale di Genova. Fu chiamata “Madonna Catarinetta” per la bellezza, la bontà e la dolcezza. È compa¬trona di Genova e della Liguria e protettrice di infermerie e ospedali. Infine, Caterina de’ Ricci (1522-1590), fiorentina e terziaria domenicana, maestra di novizie. In visioni estatiche rivisse la Passione di Cristo. È patrona di Prato e protettrice di fabbricanti di pipe e tabaccai. Tre delle sei mogli di Edoardo VIII si chiamavano Caterina, nome anche delle più famose zarine russe. |
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