Orografie sono oggetti e arredi realizzati a partire dall’osservazione dei nuovi comportamenti che emergono dalla nostra contemporaneità.
Negli ultimi anni i designer di Orografie hanno esplorato l’uso spontaneo che facciamo di mobili e oggetti per carpire quelle necessità che sono divenute seme progettuale, soprattutto quando ci scopriamo non solo come utenti, ma anche quali costruttori attivi dei nostri spazi.
Oggi quella che fino a poco tempo fa sembrava una scommessa è diventata una condizione presente: siamo ormai animali anfibi, sia digitali che analogici, e abbiamo bisogno di dispositivi e attrezzature che rispecchino questa natura complessa.
Le generazioni progettuali si sono confrontate dando vita a uno spazio abitabile dove ascolto, cura, condivisione, rispetto sono stati gli ingredienti principali del design.
Esperienza e istinto, visione e ragionamento sono stati la base comune per progetti nati dal dialogo a più voci, ma condotti alla sintesi dai singoli autori.
Il risultato sono oggetti che possono essere un ritratto personale o collettivo, perché progettare è sempre un atto personificante.
I prodotti sono traduzioni in forma fisica di gestualità e abitudini osservate nella praticità quotidiana, che assolvono a funzioni che prima non c’erano e che adesso sono indispensabili; forme non sempre riconducibili a categorie già conosciute, ma che ci assomigliano e di cui sentiamo il bisogno come di amici che ci fanno stare bene grazie al loro supporto. È stato necessario ripartire dalle funzioni e non dalle forme, per generare un diverso approccio ai bisogni.
Adesso questo insieme di proposte è una realtà in mano a un’utenza a cui viene passato il testimone: al pubblico spetta di pensare alla loro cura e manutenzione, affinché vengano tramandati e non sostituiti repentinamente, progettando il loro sano invecchiamento nel tempo. Perché la durabilità delle cose che scegliamo - sia fisica che estetica - è la migliore e più onesta scelta di lungimiranza ecologica che si possa fare.