Le tavole della Saggezza e della Virtù
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La collana «Tesori svelati» accoglie riproduzioni in facsimile dei manoscritti medievali e rinascimentali di maggiore interesse artistico conservati nelle biblioteche italiane ed europee, con lo scopo di divulgarli e renderli fruibili ad un pubblico di appassionati e studiosi del libro antico.
Ogni manoscritto è sempre accompagnato da un Commentario, per una piena comprensione del codice in ogni suo aspetto: da quello testuale a quello iconografico.
Le edizioni in facsimile vengono prodotte in numero limitato e dopo la tiratura dichiarata non vengono mai più ristampate per conservare la loro caratteristica di opera esclusiva.
A un iniziale lavoro di ricerca presso musei e biblioteche italiani ed esteri, che porta all’individuazione dei più importanti codici miniati, seguono le diverse fasi di realizzazione dell’opera: un minuzioso lavoro digitale svolto da valenti cromisti si avvale di moderne tecnologie e software; la stampa va eseguita con macchine di ultima generazione e con il retino stocastico che permette di apprezzare anche il più piccolo dettaglio; il blocco libro viene cucito a mano, così come i capitelli.
La rilegatura viene realizzata, sui modelli originali, utilizzando prodotti naturali di altissima qualità, da artigiani abilissimi che, accanto agli argentieri e ai cesellatori, costituiscono un team di artigianato artistico italiano, un patrimonio ineguagliabile e il valore aggiunto alla nostra attività di Istituto che produce libri d’arte.
La riproduzione di queste opere è dunque un felice connubio tra le più sofisticate tecnologie di stampa e le più tradizionali e antiche tecniche artigianali.
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Treccani presenta la riproduzione in facsimile del manoscritto Arundel 317, conservato presso la British Library di Londra e composto a Parigi (e, in parte, a Cambridge) tra il 1506 e il 1507.
La componente principale del codice è la Tabula Cebetis di Filippo Alberici, una testimonianza impressionante del fascino con cui l’erudizione umanistica e lo spirito del Rinascimento si diffusero dall’Italia in tutta Europa.
La Tabula Cebetis di Filippo Alberici è una versione latina composta in esametri intorno al 1506 di un testo greco, il Kébetos Pínax, risalente al I secolo d.C. o ai primi decenni del II secolo. La Tabula Cebetis è la descrizione di un dipinto fittizio di un antico tempio che mostra il percorso dell’uomo verso la virtù. È un percorso in cui la minaccia è rappresentata da molti pericoli sotto forma di qualità e comportamenti cattivi, tutti personificati. La Lussuria, l’Instabilità, la Falsa Disciplina, ecc. si presentano all’essere umano in veste di figure, ma anche come figure ausiliarie quali la Promessa, la Speranza, la Costanza e molte altre. Sei miniature della Tabula Cebetis presentano in modo affascinante e vivido le stazioni di questo percorso. Oltre alla Tabula Cebetis, nel manoscritto Arundel 317 sono presenti due panegirici rivolti al re inglese Enrico VII e un’altra opera di Filippo Alberici, De mortis effectibus, che affronta il tema dell’ineluttabile fine della vita dell’essere umano; anche quest’opera è adornata da una miniatura a piena pagina.
Il facsimile riproduce il codice di 14×20,5 cm, composto da 30 fogli con sette miniature a piena pagina; due pagine sono decorate con bordi pieni; numerose lettere iniziali arricchiscono la decorazione pittorica.
Il facsimile è accompagnato da un volume di commentario contenente saggi di Dieter Röschel. Il commentario è inoltre corredato da 8 tavole a colori fuori testo.
Il manoscritto Arundel 317
Peso | 5001,0 kg |
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Dimensioni | 1,0 × 1,0 cm |
Dettagli |
Il facsimile è stampato a quattro colori più oro e argento in pasta e oro a caldo su carta pergamenata Stucco delle Cartiere Fedrigoni; i fogli di risguardo sono stampati a quattro colori su carta usomano. La legatura è in pelle di vacchetta con battute dorate su fronte e dorso. La tiratura è di 999 esemplari numerati a mano da 1 a 999 più 6 esemplari in numerazione romana. Il facsimile e il commentario sono contenuti in un cofanetto a marmotta rivestito in tela con stampa in oro a caldo. Il testo della Tavola di Cebete è stato ampiamente recepito in età umanistica e rinascimentale per il suo contenuto e per l’interesse nei confronti della filosofia stoica. La grande quantità di traduzioni e le numerose copie conservate sono infatti la prova della grande diffusione di questo testo in Eu ropa. L’umanista mantovano Filippo Alberici ha dedicato a questo testo una magnifica opera con sei miniature realizzate da Jean Coene IV, un artista francese autore di miniature di grande qualità. Alberici ha, infatti, tradotto questo popolare testo dal greco al latino in esametri, con l’intenzione di offrire questo piccolo manoscritto, ora riprodotto in facsimile, al re inglese Enrico VII, una volta giunto a Londra durante un viag gio in Inghilterra. Ciò è testimoniato dalla dedica a questo sovrano che si trova all’inizio del manoscritto. Filippo Alberici ha poi completato il manoscritto con un breve testo dedicato alla morte secondo il cristianesimo. Tutte queste caratteristiche rendono tale prezioso manoscritto un progetto europeo e internazionale, come dimostrato dal crescente interesse nei suoi confronti. |
Maggiori informazioni |
Segnatura: Londra, The British Library, Arundel ms. 317 Datazione: 1507 ca. Foliazione: ff. 30 (più 4 carte di guardia) Formato 20,5 x 14 cm 6 miniature a piena pagina 2 pagine con iniziali in argento e oro Il manoscritto comprende due poesie di Filippo Alberici: 1. Tabula Cebetis (ff. 1r-24v); 2. De mortis effectibus (ff. 25r-28v), con la dedica a Joachim Bretoner (f. 24v) |
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