Poster – Giuseppe
13,30 €
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Definizione è una linea di oggetti per tutti i giorni, nata per riscoprire l’importanza di un immenso patrimonio culturale comune: la lingua italiana.
Dallo stile sobrio ed elegante, i prodotti, che vanno dalla cartotecnica all’oggettistica da scrivania e da viaggio, sono realizzati con materiali di alta qualità e confezionati interamente in Italia.
Coniugando funzionalità e design, perizia artigianale ed estro concettuale, sapere e saper fare, i prodotti Definizione ci invitano a riscoprire la storia dell’oggetto e l’etimologia delle parole, attraverso le definizioni del Vocabolario Treccani.

Il Poster fa parte della collezione Definizione, una linea di oggetti per tutti i giorni, nata per riscoprire l’importanza di un immenso patrimonio culturale comune: la lingua italiana.
Non tutte le parole sono uguali.
Una definizione Treccani non è solo una spiegazione: è il risultato di una tradizione linguistica, scientifica e culturale che da quasi un secolo racconta la complessità del mondo.
Un poster con una definizione Treccani è molto più di un oggetto decorativo.
È la materializzazione di un sapere condiviso, un frammento di enciclopedia che esce dalle pagine per diventare segno, presenza, memoria. Ogni parola scelta porta con sé la precisione del linguaggio, la profondità della ricerca, la bellezza della forma.
Riprodurre una definizione Treccani significa rendere visibile ciò che di solito resta invisibile: il lavoro di centinaia di studiosi, di linguisti, di artigiani della conoscenza.
È questo che rende ogni poster unico, irripetibile e inimitabile – perché solo Treccani può restituire la verità piena di una parola, la sua storia e il suo significato autentico.
Un poster Treccani non si appende per arredare uno spazio: si espone per ricordare che le parole contano.
| Formato Poster | 30X40, 50X70 |
|---|---|
| Dettagli | Tipologia Carta: Patinata opaca da 170gr |
| Definizione | Giuseppe discende dall’ebraico Yoseph, derivato da yasaph ossia «aggiungere» e dunque Dio ha aggiunto o aggiunga, sottinteso un altro figlio, arricchendo così la nostra famiglia. Per meglio comprendere il valore non solo affettivo, ma anche culturale, sociale ed economico di tale nome, occorre ricordare come nella società agricola e artigianale ebraica, la nascita di un figlio, specie se maschio, voleva dire due braccia in più per lavorare – specie la terra – e dunque la continuità. Genitori senza figli erano scarsamente considerati dalla società e talora perfino posti ai margini (come si deduce dalla nascita di Giovanni Battista, figlio di Zaccaria e di Elisabetta e di altri figli biblici avuti da genitori in tarda età per un particolare dono del Signore). Anche altri nomi assai popolari come Giovanni o Anna hanno un valore simile, indicando la misericordia di Dio con il sottinteso «concedendoci questo figlio o questa figlia». Inoltre il femminile di Giuseppe ha avuto molta fortuna nei secoli fino al XX, anagraficamente anche nella forma Giuseppa (3º nome femminile per frequenza in Italia), nel parlare comune quasi esclusivamente nella forma diminutiva Giuseppina (27ª nel secolo scorso). Giuseppe è uno dei nomi dominanti e intramontabili del repertorio onomastico italiano. È nome di origine ebraica e uno dei non molti giunti fino a noi in misura abbondante dall’Antico prima ancora che dal Nuovo Testamento. Nella Bibbia Giuseppe è il figlio di Giacobbe e di Rebecca, venduto come schiavo dai fratelli gelosi e deportato in Egitto. Poco utilizzato nel Medioevo, ha incontrato il suo periodo più fortunato dopo il Concilio di Trento, in Occidente del primo Cinquecento, insieme a Maria: i due venivano consigliati, quando non prescritti, dalla Chiesa della Controriforma per il loro carattere religioso e pedagogico pienamente conferito con il Battesimo anche nel suo aspetto squisitamente onomastico. Dapprima il culto per il santo era soprattutto orientale e ristretto, come il nome, all’interno delle comunità ebraiche; da allora si è via via imposto in Italia, grazie in particolare a San Tomaso d‘Aquino, divenendo intorno a fine Seicento-primi Settecento (ma le date cambiano da luogo a luogo) il numero uno per frequenza tra i nuovi nati e certamente dall’Ottocento, con l’ispirazione di Mazzini, Garibaldi e Verdi tra gli altri, il nome maschile più presente nella popolazione abitante il territorio italiano (1.600.000 uomini circa, circa 7430 mila donne). Il primato di Giuseppe era ancora vivissimo nella seconda metà del Novecento (1º ancora nel 1972) quando è stato via via superato da Andrea, Marco, Francesco, Leonardo tra i nuovi nati (e inoltre da Alessandro, Mattia, Tommaso, Gabriele, Matteo, Riccardo, Edoardo ecc. nei top 10, mantenendo invece il primato nella popolazione complessiva. Ad alimentare l’alto grado di diffusione è stata la tradizione familiare, quella che contempla l’assegnazione del nome al neonato di un nonno, di uno zio, di un padrino, specie al primogenito maschio di cui il nuovo arrivato manteneva così viva la figura e la collocazione genealogica specie di un nonno con lo stesso nome e cognome. Nel Novecento le regioni con il maggior numero di Giuseppe risultano Sicilia, Puglia e Campania. A fine Novecento, come accennato, Giuseppe ha perso il primato tra i nuovi nati, ma non quello della popolazione in generale; risultano comunque tra i primi 10 fino all’anno 2000 e tra i primi 14 fino al 2022 (con 1362 nuovi portatori l’anno successivo, quando l’Istat ne certifica la 12ª posizione ancora nel 2023). Il nome esiste in decine e decine di lingue: corrisponde a Jose nei Paesi di lingua spagnola e portoghese (ma Josep in catalano, Joseba in basco, Xose in galiziano e inoltre Pepe), Josef (e Sepp) dove si parla tedesco, Joseph (e Joe) in inglese, Jozef in Polonia, Yusuf e Youssef nei Paesi arabi. Negli anni 2000 ha goduto di popolarità a cavallo del XX e XXI secolo in Inghilterra e, dapprima, solo con il diminutivo monosillabico Jo(e) negli anni ’30 in USA. |
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