Poster – Pesce
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Definizione è una linea di oggetti per tutti i giorni, nata per riscoprire l’importanza di un immenso patrimonio culturale comune: la lingua italiana.
Dallo stile sobrio ed elegante, i prodotti, che vanno dalla cartotecnica all’oggettistica da scrivania e da viaggio, sono realizzati con materiali di alta qualità e confezionati interamente in Italia.
Coniugando funzionalità e design, perizia artigianale ed estro concettuale, sapere e saper fare, i prodotti Definizione ci invitano a riscoprire la storia dell’oggetto e l’etimologia delle parole, attraverso le definizioni del Vocabolario Treccani.

Formato Poster | 30X40, 50X70 |
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Dettagli | Tipologia Carta: Patinata opaca da 170gr |
Taglia | PESCE |
Definizione | Pesce s. m. [lat. pĭscis]. – 1. a. Nome dei vertebrati acquatici inferiori con scheletro interno cartilagineo o osseo; nel linguaggio com. si comprendono erroneamente sotto questo nome anche molti invertebrati acquatici, spec. se commestibili (come molte specie di crostacei e di molluschi). Al sing., con valore collettivo: mare ricco, povero di pesce; distinguendo secondo il diverso habitat: pesce di mare, di fiume, di lago; p. di scoglio, d’alto mare; secondo la grandezza: p. grosso, p. minuto; inoltre: p. da taglio, che si vende solitamente a taglio (come, per es., il tonno e il pesce spada); p. fresco, quello pescato da poco o, più genericam., quello che si consuma senza sottoporlo precedentemente a processi di conservazione o a preparazioni particolari (come invece il p. carpionato, marinato, salato, seccato, affumicato, sott’olio, congelato, surgelato). Sempre con valore collettivo, p. azzurro, le specie (scombri, sardine, acciughe, ecc.) così chiamate per le sfumature azzurrognole delle scaglie. Al plur., p. rossi, denominazione pop. di alcune varietà della specie Carassius auratus, selezionate e allevate a scopo ornamentale; p. elettrici, pesci appartenenti a diversi gruppi sistematici (come le torpedini, il gimnoto, il malatteruro) che possiedono fibre muscolari o ghiandole cutanee trasformate in organi elettrici, capaci di produrre elettricità a scopo difensivo, aggressivo o anche di orientamento. Per altre denominazioni, v. in fondo alla voce. b. Al sing., con sign. generico: pelle di pesce, lo stesso che pelle di pescecane; colla di pesce; farina di pesce; olio di pesce. c. Ancora al sing., e con valore collettivo, alimento costituito dalla carne di pesci o di altri animali acquatici cucinati in varî modi: mangiare (il) p.; ristorante specializzato in p. o per il p.; p. fritto, lesso, arrosto, alla griglia; frittura di p.; zuppa di p.; p. crudo alla giapponese; spinare, pulire, friggere, arrostire il p.; posate da p., forchetta e coltello di forma speciale, particolarmente adatta per questo tipo di vivanda; spesso in contrapp. a carne: preferire il p. alla carne; in senso fig., non essere né carne né p., con riferimento a persona incerta fra due opposti modi di essere e di sentire, in partic. ad adolescente che è nella fase di transizione tra la fanciullezza e l’età adulta, o più genericam. a persona insulsa o a chi non ha una precisa collocazione (politica, ecc.). d. In alcune locuz., come termine di paragone o in senso fig.: nuotare come un p., in modo perfetto; esser sano come un p., in ottima salute; esser muto come un p., stare in totale silenzio; gettarsi a pesce, fare un salto a pesce, lanciarsi in acqua con il corpo proteso in avanti; per estens., fam., buttarsi, gettarsi a p. su qualcosa, protendersi su di essa manifestando avidità, curiosità e sim. (si gettarono a p. sui pasticcini); andare a far compagnia ai p., annegare; non sapere che pesci prendere, o pigliare, non sapere che cosa fare, quale comportamento tenere, come cavarsela, e sim.; essere (come) un p. fuor d’acqua, trovarsi a disagio in un ambiente o in una situazione che non si conosce; fare il p. in barile, far finta di nulla, non prendere una posizione chiara fra due opposti partiti, allo scopo di non compromettersi; scherz., fare l’occhio di p. morto a qualcuno, fargli gli occhi languidi; trattare, prendere qualcuno a pesci in faccia, trattarlo male, in modo villano e sgarbato. Proverbî: chi dorme non piglia pesci, non riesce a combinare nulla; i p. grossi mangiano i piccini, i più deboli sono destinati a essere sopraffatti (per altri due proverbî. 2. Pesce d’aprile, scherzo che si usa fare il primo giorno d’aprile, secondo una tradizione popolare diffusa nella maggior parte dei paesi europei e in America: consiste generalm. nel mandare una persona a cercare qualcuno o qualcosa che non troverà, facendole così fare un viaggio inutile, o nel farle credere che è stata richiesta da qualcuno, altre volte nel diffondere notizie false e clamorose o in altri tipi di beffe (la denominazione stessa è malamente spiegata, anche se qualche volta lo scherzo consiste proprio nell’appendere un pesce di carta dietro la schiena di una persona, senza che questa se ne accorga, e facendola andare in giro così). 3. a. pop. Il bicipite, cioè il muscolo del braccio, spec. quando è contratto nello sforzo: fare il pesce. b. In macelleria, taglio pregiato di carne bovina, nella parte posteriore, chiamato anche, nelle varie regioni, muscolo, piccione, campanello. 4. In tipografia, errore di composizione consistente nel saltare una parola o una frase intera dell’originale (lo stesso che lasciatura). ◆ Dim. pescétto, e più com. pesciolino, non com. pesciatèllo; spreg., poco com., pesciùccio; tra dim. e spreg. il letter. pesciatto e pesciàttolo; leggermente accr. pesciòtto; accr. pescióne; pegg. pesciàccio. |
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