Poster – J
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Definizione è una linea di oggetti per tutti i giorni, nata per riscoprire l’importanza di un immenso patrimonio culturale comune: la lingua italiana.
Dallo stile sobrio ed elegante, i prodotti, che vanno dalla cartotecnica all’oggettistica da scrivania e da viaggio, sono realizzati con materiali di alta qualità e confezionati interamente in Italia.
Coniugando funzionalità e design, perizia artigianale ed estro concettuale, sapere e saper fare, i prodotti Definizione ci invitano a riscoprire la storia dell’oggetto e l’etimologia delle parole, attraverso le definizioni del Vocabolario Treccani.

| Formato Poster | 30X40, 50X70 |
|---|---|
| Dettagli | Tipologia Carta: Patinata opaca da 170gr |
| Taglia | LETTERA J |
| Definizione |
j, J (i lungo, raro i.d, ant. i.ta) s. f. o m. – Segno alfabetico, che non costituisce una lettera a s. dell’alfabeto latino o italiano, ma . una variante grafica della i, introdotta nella scrittura latina medievale come forma allungata in basso di i, I: la minuscola come variante di i dopo altre lettere con aste verticali (i, m, n, u) e spec. in fine di parola o di numero (iudicij, xiij), la maiuscola come variante di I in posizione iniziale. Soltanto dal sec. 16Åã j fu adottato per indicare la funzione consonantica o semiconsonantica; e mentre in altre lingue indic. e indica suoni nettamente differenziati da i, e cio. ‹ˇ∫› in francese, ‹ğ› in inglese, ‹kħ› in spagnolo, ecc., l’italiano lo adoper. con due funzioni diverse: tra vocali, o all’inizio di parola davanti ad altra vocale, per indicare il valore semiconsonantico della i (per es. jeri, pajo), rappresentato peraltro dalla semplice i in ogni altra posizione (per es. fiore, coppia); in fine di parola, come terminazione del plurale dei nomi in -io atono (per es. beccaj, varj: residuo evidente della pi. antica grafia, ital. e lat., varij), non per indicare un suono diverso dalla comune i vocale,ma solo per evitare ipotetiche confusioni con altre parole (per es. beccai pass. rem. di beccare, vari plur. di varo). Tanto nella prima quanto nella seconda funzione, l’uso dello j in parole italiane . quasi interamente scomparso tra la seconda met. del sec. 19Åã e la prima del 20Åã; . tuttora conservato ufficialmente nella scrittura di un certo numero di cognomi (per es. Jaja, Ojetti, Pistoj, tali essendo le forme registrate dagli uffici anagrafici) e di nomi propr. in genere (per es. Ajaccio, l’Aja), mentre si hanno oscillazioni, con preferenze personali e senza criterio fisso, per la semiconsonante iniziale di nomi propr. quali Jacopo, Jonio, o comuni quali junior, juta (rari ormai o quasi scomparsi jettatura, jodio). Nel presente Vocabolario il segno j, J . adoperato soltanto in parole straniere, o adattamenti parziali di voci straniere, e per l’ordinamento alfabetico ha una propria collocazione dopo la i, sia come iniziale sia nell’interno di parola; sicch., per es., . jour e ajowan si trovano inseriti tra aizzatore e akaina. ◆ Usi pi. comuni di j, J come abbreviazione e simbolo: nella forma maiuscola puntata, . abbreviazione di nomi di persona che cominciano e si scrivono (o si possono scrivere) con J, come Jacopo; senza punto, J maiuscola . simbolo in fisica del joule, e anche dell’equivalente meccanico della caloria (indicato per. talvolta con la lettera A); nelle carte da gioco francesi, J . abbrev. del nome ingl. Jack .Giovanni. corrispondente al fante delle carte italiane. ◆ Nel codice alfabetico internazionale, la lettera j viene convenzionalmente identificata dalla parola Juliett ‹ğ.liet› (alteraz. del nome proprio ingl. Juliet). |
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