UTOPIA Giuseppe Stampone – Emigrazione

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3012261
Poster d'artista
Giuseppe Stampone, attraverso l’utilizzo della penna a sfera Bic, sceglie per Utopia la parola Emigrazione, suggerita dalla sua storia personale: infatti, lui stesso è figlio di emigranti nato in una banlieue (“sobborgo”) francese. Due bimbi colti di spalle, nei quali l’osservatore può facilmente immedesimarsi, si tengono per mano, dandosi coraggio prima di affrontare l’ingresso in un mondo inospitale. “Viandanti sul mare di nebbia”, in una condizione ben lontana dal sublime romantico, appaiono – a torso nudo e piedi scalzi – disarmati e vulnerabili. La loro identità specifica non conta; la giovane età richiama l’innocenza infantile, mentre il colore della pelle evoca un problema – spesso ignorato dalle superpotenze – universale. Il masso roccioso in primo piano evidenzia il bisogno di tornare al legame primordiale con la terra, vivendo in comunione con la natura; lo skyline sullo sfondo, composto da grattacieli geometrici, proietta in una metropoli globale e di conseguenza indefinita, emersa da una coltre di smog e lasciata quasi abbozzata dal tratteggio leggero. Il riferimento al consumismo della società industriale viene evidenziato anche dalla riproduzione “pop” del logo della Paramount, che spunta dalla cima di una vetta innevata – forse, il Monviso – e trasporta da una scenografia sospesa in un futuro incerto all’omologazione culturale provocata dal capitalismo. L’artista, tracciando un confine netto tra i protagonisti immigrati e il contesto occidentale, chiede di superare le differenze antropologiche e geopolitiche, al fine di recuperare la consapevolezza di un’unica origine. Domandandosi, nel titolo di una recente personale: “Perché il cielo è di tutti e la terra no?”. Nel poster Emigrazione (Giosè e Maria Crispal) gli unici elementi celesti – beni comuni per eccellenza – sono le stelle simbolo della casa cinematografica hollywoodiana.

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Nato a Cluses, in Francia, nel 1974, vive e lavora tra Teramo, Bruxelles, Roma e Bologna. Giuseppe Stampone, attraverso installazioni multimediali e disegni realizzati con una penna a sfera Bic, dialoga con antiche iconografie e simboli contemporanei, indagando la responsabilità sociale dell’arte che, in una dimensione partecipativa, assume il ruolo di educare la collettività. La sua poetica, catalogando l’archivio del passato recente, medita su questioni quali l’alienazione, la guerra, l’immigrazione e il monopolio dell’informazione gestito dalle classi politiche. Definendosi una “fotocopiatrice intelligente”, Stampone cristallizza immagini “liquide” ed effimere, prelevate dal web. L’atto di copiatura ricorda l’appropriazione pop tuttavia, viene riprodotto un solo esemplare. Recentemente, l’artista si è dedicato a riattualizzare capolavori della storia dell’arte le icone, grazie all’inserimento di elementi moderni quali slogan provocatori, ritratti di intellettuali o nature morte metafisiche, raccontano le contraddizioni odierne. In Lampedusa (2020), i protagonisti della Colazione sull’erba assumono tratti nordafricani e siedono sotto la scritta “Liberté, Égalité, Fraternité ou la Mort”, Carl Gustav Jung appare tra i componenti della Sacra Famiglia (2020), mentre in Narcosis (2018) il riflesso dell’acqua rivela la realtà industrializzata. Ne La Zattera della Medusa (2017), personaggi storici sono sostituiti da migranti, le cui condizioni invitano a riaggiornare il sistema di valori risalente alla Rivoluzione Francese secondo la spinta multiculturale. Tramite un citazionismo attivo, Stampone riesuma la prospettiva di Piero della Francesca, la minuzia fiamminga, la ripetizione geometrica alla Escher, modulando un chiaroscuro dall’alto impatto emotivo. L’artista, recuperando la dimensione della manualità e dedicandosi “giorno dopo giorno, come un monaco” al disegno, pratica di resistenza contro la velocità dell’era digitale, dilata il tempo. Credendo in un’arte impegnata e inclusiva, nel 2008 ha fondato il network Solstizio, co-finanziato dall’Unione Europea e sviluppato in diversi paesi del mondo, con lo scopo di raccogliere risorse finanziarie da destinare alle scuole dell’Africa sub-sahariana. Le opere di Giuseppe Stampone, vincitore del Terzo Premio Maretti e del Premio “Pacco d’Artista”, sono state esposte presso istituzioni italiane e internazionali quali la 56a Biennale di Venezia (2015) Liverpool Biennial (2010) 14a e 15a Quadriennale di Roma (2004 – 2008). Si ricordano le personali Stampone - Banerjee and the third meaning, Istituto Italiano di Cultura, Nuova Delhi (2016) e L'ABC dell'Arte nei confini sociali del gioco, Palazzo Reale, Milano (2014). Ha partecipato a varie collettive, tra cui La collection BIC, Centquatre, Parigi (2018) e Dada and Merz, Cabaret Voltaire, Zurigo (2011). Nell’ambito del progetto Utopia di Treccani Arte, Stampone ha realizzato il poster d’artista Emigrazione (Giosè e Maria Crispal), prodotto in edizione limitata.
La cornice non è inclusa nell'acquisto dell'opera per permettere agli acquirenti di personalizzarla secondo i loro gusti e lo stile del loro spazio
2022
Stampa offset su carta da 170 gr
50 x 70 cm
100 esemplari, numerati e firmati dall’artista

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