VETRO DI MURANO – Vetroquadro, Cristiano Toso
240,00 €
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3010659
Editalia
L’artista e la sua opera:
Cristiano Toso, maestro vetraio, nato a Venezia nel 1971, ha appreso il mestiere giovanissimo nelle vetrerie muranesi. Ha affinato la sua tecnica frequentando i laboratori di Seguso Vetri d’Arte e lavorando a fianco di maestri come Mirco D’Este da cui ha appreso i procedimenti della filigrana e dello zanfirico. Nel 2000 è approdato alla storica fornace Ars Murano. Vetroquadro esalta e sintetizza allo stesso tempo forma e materia rendendo percepibile la trasparenza del cristallo e la densità magmatica e pura dei colori. La semplificazione ricercata è solo apparente, perché la lavorazione complessa richiede numerosi passaggi in fornace. Il tema del quadrato si moltiplica nelle dime studiate dal maestro per fondere le diverse paste vitree. Per dare profondità al colore è stato necessario includerlo fra due lastre di cristallo puro. Nella forma viene colata prima la presa di vetro puro che diventa la base in cristallo, su questa il maestro vetraio con un “morso” più piccolo disegna la forma colorata, prima il rosso; poi con un altro “morso” la circonda e contiene con un filo blu. Infine l’opera si copre con il secondo velo di cristallo, senza molatura né lucidatura quasi per preservare e lasciare a vista la manualità della lavorazione. Ciascuna opera è frutto della mano del maestro e della vitalità autonoma della pasta vetrosa, e nessuna è uguale. L’opera è stata realizzata nella storica fornace Ars Murano, fondata da maestri vetrai formatisi alla scuola di Livio Seguso. Da molti anni Ars vanta collaborazioni con artisti, designer e architetti di fama internazionale che affidano le loro idee alla creatività e alla sapienza artigiana degli artigiani, in un lavoro di squadra non solo intellettuale ma anche fisico.
Opera 15x15 venduta all'interno della propria scatola 36x36 che, una volta aperta, diventa anche cornice. Il tutto in una scatola contenitore con comodo manico da asporto.
Cristiano Toso, maestro vetraio, nato a Venezia nel 1971, ha appreso il mestiere giovanissimo nelle vetrerie muranesi. Ha affinato la sua tecnica frequentando i laboratori di Seguso Vetri d’Arte e lavorando a fianco di maestri come Mirco D’Este da cui ha appreso i procedimenti della filigrana e dello zanfirico. Nel 2000 è approdato alla storica fornace Ars Murano. Vetroquadro esalta e sintetizza allo stesso tempo forma e materia rendendo percepibile la trasparenza del cristallo e la densità magmatica e pura dei colori. La semplificazione ricercata è solo apparente, perché la lavorazione complessa richiede numerosi passaggi in fornace. Il tema del quadrato si moltiplica nelle dime studiate dal maestro per fondere le diverse paste vitree. Per dare profondità al colore è stato necessario includerlo fra due lastre di cristallo puro. Nella forma viene colata prima la presa di vetro puro che diventa la base in cristallo, su questa il maestro vetraio con un “morso” più piccolo disegna la forma colorata, prima il rosso; poi con un altro “morso” la circonda e contiene con un filo blu. Infine l’opera si copre con il secondo velo di cristallo, senza molatura né lucidatura quasi per preservare e lasciare a vista la manualità della lavorazione. Ciascuna opera è frutto della mano del maestro e della vitalità autonoma della pasta vetrosa, e nessuna è uguale. L’opera è stata realizzata nella storica fornace Ars Murano, fondata da maestri vetrai formatisi alla scuola di Livio Seguso. Da molti anni Ars vanta collaborazioni con artisti, designer e architetti di fama internazionale che affidano le loro idee alla creatività e alla sapienza artigiana degli artigiani, in un lavoro di squadra non solo intellettuale ma anche fisico.
Opera 15x15 venduta all'interno della propria scatola 36x36 che, una volta aperta, diventa anche cornice. Il tutto in una scatola contenitore con comodo manico da asporto.
Dettagli prodotto
La tecnica:
Il vetro è un materiale costituito essenzialmente da derivati del silicio e ottenuto, dal punto di vista fisico, tramite la solidificazione di un liquido non accompagnata da cristallizzazione. La maggior parte dei suoi utilizzi derivano dalle caratteristiche di trasparenza, durezza, resistenza, inalterabilità chimica e versatilità. L’impiego del vetro per fini artistici è noto fin dall’antichità. Nel Medioevo, specialmente a Bisanzio e a Venezia, fu adoperato per le finestre e le tessere dei mosaici, grazie anche a innovazioni tecniche che furono regolamentate e salvaguardate col segreto della lavorazione. È documentato al 1291 il trasferimento delle fornaci da Venezia all’isola di Murano, per evitare pericoli di incendi. L’alto grado di perfezione del vetro muranese, raggiunto in oltre otto secoli, lo ha reso pregiatissimo e ricercato in tutto il mondo. La lavorazione del vetro artistico consta generalmente di quattro fasi: fusione, formatura, ricottura e finitura. Il forno (detto “a crogiolo”) viene portato a temperature superiori a 1400° C per consentire la fusione di sabbia di silice e soda cui si aggiungono terre decoloranti; si ottiene una massa viscosa piuttosto omogenea, limpida e brillante. Per la formatura, il maestro vetraio predispone una canna di metallo (“canna da levar”) mediante la quale preleva dal crogiolo una presa di vetro (“morso”) che può soffiare con opportuni movimenti o utensili, oppure colare in uno stampo di legno o metallo. Segue la fase della ricottura in forni a “tempera” o a “mufola”, che consiste in un nuovo riscaldamento necessario al consolidamento della forma; l’oggetto poi viene fatto raffreddare più o meno rapidamente, a seconda del tipo di vetro. Il processo può terminare con la finitura, che comprende la smerigliatura e la molatura.
Il vetro è un materiale costituito essenzialmente da derivati del silicio e ottenuto, dal punto di vista fisico, tramite la solidificazione di un liquido non accompagnata da cristallizzazione. La maggior parte dei suoi utilizzi derivano dalle caratteristiche di trasparenza, durezza, resistenza, inalterabilità chimica e versatilità. L’impiego del vetro per fini artistici è noto fin dall’antichità. Nel Medioevo, specialmente a Bisanzio e a Venezia, fu adoperato per le finestre e le tessere dei mosaici, grazie anche a innovazioni tecniche che furono regolamentate e salvaguardate col segreto della lavorazione. È documentato al 1291 il trasferimento delle fornaci da Venezia all’isola di Murano, per evitare pericoli di incendi. L’alto grado di perfezione del vetro muranese, raggiunto in oltre otto secoli, lo ha reso pregiatissimo e ricercato in tutto il mondo. La lavorazione del vetro artistico consta generalmente di quattro fasi: fusione, formatura, ricottura e finitura. Il forno (detto “a crogiolo”) viene portato a temperature superiori a 1400° C per consentire la fusione di sabbia di silice e soda cui si aggiungono terre decoloranti; si ottiene una massa viscosa piuttosto omogenea, limpida e brillante. Per la formatura, il maestro vetraio predispone una canna di metallo (“canna da levar”) mediante la quale preleva dal crogiolo una presa di vetro (“morso”) che può soffiare con opportuni movimenti o utensili, oppure colare in uno stampo di legno o metallo. Segue la fase della ricottura in forni a “tempera” o a “mufola”, che consiste in un nuovo riscaldamento necessario al consolidamento della forma; l’oggetto poi viene fatto raffreddare più o meno rapidamente, a seconda del tipo di vetro. Il processo può terminare con la finitura, che comprende la smerigliatura e la molatura.
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